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chiara carrer Voce interna
 

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Voce Interna a cura di Ljuba Jovicevic e Ana Laznibat
 
Vernissage: Sabato 5 novembre alle ore 19 dal 5 al 13 novembre 2011
 
Orari: da martedi a sabato 18-20 e su appuntamento
 
La mostra: L'associazione culturale atelier ha il piacere di presentare, sabato 5 novembre 2011 dalle ore 19:00, la mostra personale di Chiara Carrer dal titolo Voce interna, a cura di Ljuba Jovicevic e Ana Laznibat.
 
Voce interna Sarebbe troppo semplice descrivere Chiara Carrer come un'illustratrice di successo e parlare del suo talento. Di questo testimoniano i numerosi libri editi, i lavori pubblicati in tutto il mondo, le mostre personali e collettive, le tante lezioni, i laboratori, le master class. Ma tutto questo lasciamolo a chi misura il successo con i numeri, agli statistici e wikipedisti, anche se proprio su uno di questi siti è scritto che i disegni di Chiara Carrer sono per bambini che hanno più di vent'anni, ed è, infatti, proprio questo che ci ha attratto verso la sua arte. Perché avere più di vent'anni significa tante cose, belle e brutte. Belle, perché si è finalmente maturi per prendere in mano le redini della propria vita e brutte perché si è abbandonati a se stessi e soggetti ai colpi dai quali non c'è più nessuno che ci difenda. I genitori, che fino a ieri ci hanno letto le storie le cui illustrazioni ci sono rimaste impresse per sempre nella memoria, non possono più consolarci anche quando provano a farlo. E' il momento in cui si rimane soli. Punto. La nostra libertà, finalmente conquistata, si presenta come un abisso. E' proprio questo che disegna Chiara Carrer, perché nelle sue illustrazioni si parla di una donna giovane partita per un viaggio, o semplicemente incamminata su una strada con l'espressione triste, con la consapevolezza che la persona amata e aspettata non tornerà più, e che il destino che la attende è solo solitudine, forzata o desiderata. Nei disegni di Chiara l'incertezza e la minaccia della solitudine sono rappresentate attraverso tutte le possibili sfumature di nero e grigio intrecciate con la pioggia e il freddo (non immaginavo tutte queste sfumature di nero cioè di solitudine). Attraverso questa pioggia e il grigio che domina i suoi disegni, si comincia pian piano a percepire un senso d'irrequietezza e angoscia, a sentire freddo. Già sappiamo che niente, ma proprio niente, potrà cancellare la tristezza dell'attesa dell'amante che non torna (o che non tornerà più), o l'amarezza della solitudine dopo il fallimento nell'amore. E tutto questo nonostante il tempo che passa e le belle storie che potranno essere vissute dopo. Proprio queste sono le storie che racconta Chiara Carrer: L'uguaglianza proclamata tra uomo e donna nella vita contemporanea per lei rimane utopistica, perché l'eterno malinteso esisterà sempre, anche nelle storie d'amore più belle, che sono vissute sempre e comunque sull'orlo dell'abisso, profondamente nero, di Chiara.

Aleksandra Jovicevic

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